Suonare uno strumento è...
....un'esperienza espressiva di grande valore per la crescita dell'individuo.
“Permette prima di tutto di sognare ad occhi aperti (o chiusi per chi preferisce), collega il mondo dei suoni con il proprio sé, alimenta il sentimento della gioia, consente di utilizzare una lingua diversa, stimola la creatività, promuove l' amicizia e il significato della condivisione, insegna la ricerca e il desiderio di migliorarsi...
Suonare è una marcia in più! “ (M.Cortes).
Miranda Cortes è laureata in lingue (Metz-Francia), diplomata in fisarmonica classica e contemporanea (diploma decennale previgente ordinamento conservatorio A.Pedrollo Vicenza, biennio specialistico di secondo livello Fisarmonica Conservatorio O.Respighi Latina), diplomata in Didattica Strumentale con il conseguimento del biennio abilitante per la formazione dei docenti di strumento presso il Conservatorio "A.Steffani" di Castelfranco Veneto (TV).
Musicista a tempo pieno fino al 2012, in seguito al diploma di abilitazione in Didattica Strumentale entra di ruolo nella scuola pubblica ad indirizzo musicale come docente di fisarmonica presso la scuola secondaria di I grado "M.Hack" di Spinea (VE). Successivamente, dopo alcuni anni di servizio ”ad utilizzo” nei licei musicali, ottiene nel 2018 la cattedra di ruolo in fisarmonica e Laboratorio Musica d'Insieme presso il Liceo Musicale Giorgione di Castelfranco Veneto (TV) in completamento con il liceo musicale “G.Marconi” di Conegliano Veneto(TV).
Ha seguito nel frattempo seminari di direzione d'orchestra con il M° Marco Boni e attualmente segue seminari di pratica ed approfondimento in direzione d'orchestra con il M° Simone Genuini.
Miranda Cortes è cresciuta in Francia in ambienti multiculturali particolarmente vicini al Medioriente e al Maghreb, assimilando da queste culture linguaggi musicali differenti e stimolanti da un punto di vista compositivo ed improvvisativo.
Compie successivamente numerosi viaggi in Nord Africa, vicino Oriente, Spagna, Grecia e si dedica alla ricerca in ambito etnomusicologico, con particolare attenzione all'area del Mediterraneo. Svolge tra il 2006 e il 2010 un centinaio di lezioni concerto, la maggior parte con l'ensemble La Frontera, nelle scuole primarie e secondarie di I° e II° del Veneto al fine di diffondere le culture musicali del Mediterraneo.
I repertori di tradizione classica extraeuropee come la musica classica araba e ottomana diventano una risorsa ineguagliabile dai quali attingere conoscenza e innovazione, e allo stesso tempo anche repertori tradizionali popolari come il klezmer, la musica sefardita, il rebetiko greco, la musica zingara, il Musette francese, il folk, il latin, ma anche il blues, il tango, il reggae, il rock, lo ska diventano una miscela di esplorazioni creative che nel corso degli anni le permettono di muoversi con disinvoltura da un repertorio all'altro affrontando con facilità ogni tipo di partitura o composizione non codificata.
Tale versatilità associata ad una attitudine all'improvvisazione rappresentano il nodo centrale della sua interpretazione, caratteristiche trasmesse nella sua attività didattica.
La sua tesi di laurea “L'incontro musicale delle Civiltà” (2011) realizzata con la collaborazione di Patrizia Angeloni in veste di relatrice e nome di prestigio nel panorama didattico e fisarmonicistico italiano, verte sul concetto dell'esplorazione culturale nella didattica strumentale, di cui si riportano alcuni estratti:
"ogni cultura musicale presenta una varietà di repertori con particolarità ritmiche, armoniche, melodiche e stilistiche, che possono risultare inusuali nella musica colta occidentale (…), la multiculturalità promossa a livello istituzionale può spronarci a ricordare il bene prezioso della cultura musicale come bene dell'umanità, che va elargito il più possibile nella sua vasta eterogeneità. L'inserimento di pratiche musicali diverse nei curricula scolastici possono diventare degli strumenti di lettura diversificati della realtà, ossia modi differenti, e per noi forse inconsueti, di concepire gli apprendimenti e gli insegnamenti, attraverso l'ampliamento della dimensione etica culturale e la riscoperta di valori etici, che risultano fondanti per la formazione musicale".
L'incontro delle diverse culture musicali nella società multietnica europea permette di costruire un linguaggio musicale ad ampio respiro, linguaggio che ogni studente di musica e professionista in genere dovrebbe avere l'opportunità di utilizzare, se non altro per arricchire il proprio bagaglio di esperienze musicali.
Il discente che affronta repertori di varia provenienza culturale, familiarizza con sistemi diversi, indaga sui meccanismi di strutturazione, matura un uso delle pratiche musicali più ricco e autonomo rispetto a chi viene privato da questi strumenti. Egli è in grado di accogliere musicalmente le diverse colorate pluralità musicali del “mosaico umano” come opportunità di crescita personale e di condivisione musicale e sociale.
L'esplorazione culturale nella didattica strumentale diventa perciò formativa ed educativa, perché favorisce lo sviluppo dell'espressività artistica e contemporaneamente sviluppa una capacità critica e un atteggiamento di rispetto e tolleranza verso altri che abbiano valori diversi dai propri.
La ricerca melodica, armonica e ritmica, l'analisi e il confronto dei repertori, l'improvvisazione e la musica d'insieme diventano ingredienti del percorso musicale in grado di stimolare e attivare i piani percettivi, cognitivi e operativi degli allievi a 360°.
Si tratta quindi di promuovere nel contesto scolastico e in senso più largo in quello dell' apprendimento una consapevolezza etica generale e allo stesso tempo particolare alla propria appartenenza culturale, che permetta di arricchire ed incentivare una formazione musicale “globale” sotto l'aspetto tecnico-strumentale, cognitivo, interpretativo e creativo.